Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev è tornato a minacciare il ricorso al nucleare. Il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak in risposta ha invitato a non prestare attenzione alle dichiarazioni di Medvedev. Intanto dall’europa si preparano importanti rifornimenti di armamenti militari ed è atteso entro il 24 febbraio il decimo pacchetto di sanzioni
di Carlo Longo
Il 24 febbraio ricorre un anno dall’invasione russa in Ucraina e gli animi non accennano a placarsi. La minaccia di ricorso al nucleare si fa sempre più insistente. Il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo Dmitrij Medvedev da ultimo ha fatto sapere come la risposta di Mosca agli attacchi di Kiev alla Crimea o a qualsiasi altra regione russa “profonda” sarà dura e convincente: “Secondo la nostra dottrina nucleare, la Russia può usare armi nucleari se armi nucleari o di altro tipo di distruzione di massa vengono usate contro la Russia o i suoi alleati, se riceve informazioni verificate sull’avvio di missili balistici per attaccare la Russia o i suoi alleati, in caso di aggressione convenzionale se l’esistenza dello Stato è in pericolo”, ha detto Medvedev.
La risposta di Kiev non si è fatta attendere. “La legge internazionale parla chiaro. L’Ucraina può liberare i suoi territori utilizzando qualsiasi strumento. La Crimea è Ucraina. Pertanto, le minacce da parte dei funzionari russi con “attacchi di rappresaglia” sono solo una conferma dell’intenzione di commettere omicidi di massa e un tentativo di spaventare nello stile tradizionale russo. Ignorate sempre Medvedev”. Ha scritto in un post su Twitter il consigliere presidenziale ucraino Mikhaylo Podolyak.
Aiuti all’Ucraina
Nel frattempo i Paesi europei si preparano a inviare all’Ucraina aiuti militari. Dalla Germania l’Ucraina potrebbe ricevere fino a 160 carri armati principali Leopard 1. La notizia è stata riportata Handelsblatt citando gli ambienti industriali tedeschi. In particolare sembra che le società Rheinmetall e Flensburger Fahrzeugbau (Ffg) potrebbero riparare gran parte dei loro veicoli esistenti e renderli disponibili per l’esportazione in Ucraina, dopo che ieri il governo federale ha autorizzato i produttori a inviare carri armati Leopard 1 a Kiev. Il Leopard 1 è il precursore del più moderno Leopard 2, di cui l’Ucraina riceverà 14 unità dalla Germania.
Anche il Portogallo si prepara ad inviare i carri armati Leopard 2 in Ucraina, lo ha fatto sapere il primo ministro Antonio Costa che ha aggiunto che è in corso una trattativa con la Germania al fine di ottenere i pezzi necessari per la riparazione dei tank al momento in disuso nelle forze armate portoghesi. Il premier non ha specificato quanti ne saranno inviati. L’ammiraglio António Silva Ribeiro, capo delle forze armate portoghesi, ha dichiarato il mese scorso che il Portogallo aveva 37 carri armati Leopard 2, ma è stato ampiamente riportato dai media locali che la maggior parte sono inutilizzabili.
Dall’Inghilterra arriveranno, invece, i carri armati Challenger e il presidente Ucraino ha ringraziato espressamente il premier britannico Rishi Sunak non solo per i mezzi corazzati ma anche per l’addestramento che sarà fornito ai soldati ucraini ad opera del Regno Unito. Dal canto suo un portavoce di Downing street ha spiegato: “Entrambi i leader hanno convenuto che è fondamentale che i partner internazionali accelerino l’assistenza all’Ucraina per aiutarla a cogliere l’opportunità di respingere le forze russe.
La Commissione europea, a seguito dell’impegno annunciato dalla Presidente Ursula von der Leyen in occasione del vertice tra Kiev e l’Ue sta mobilitando 10 milioni di euro per assistere i bambini orfani a causa della guerra. “Come parte di questo pacchetto, utilizzeremo il nostro strumento di gemellaggio: i dipendenti pubblici degli Stati membri lavoreranno con le autorità ucraine per progettare una strategia di assistenza all’infanzia moderna”, ha dichiarato un portavoce della Commissione.
Atteso, inoltre, entro il 24 febbraio il decimo pacchetto di sanzioni contro la Russia da parte dell’Ue. Il price cap sui prodotti petroliferi russi “è stato concordato con i nostri partner del G7 e eroderà ulteriormente le risorse di Putin per fare la guerra. Entro il 24 febbraio, a esattamente un anno dall’inizio dell’invasione dell’Ucraina, miriamo a mettere in atto il decimo pacchetto di sanzioni”, ha affermato von der Leyen che ha continuato, “Stiamo facendo pagare a Putin la sua atroce guerra. La Russia sta pagando un prezzo pesante, le nostre sanzioni stanno erodendo la sua economia, facendola arretrare di una generazione”.