di Carlo Longo
E’ una condanna grave, per alcuni versi folli, e che certamente tarpa le ali alla sindaca di Torino, Chiara Appendino: il Tribunale del capoluogo piemontese la ha condannata a un anno e sei mesi, con sospensione condizionale della pena, per i fatti accaduti il 3 giugno 2017 in piazza San Carlo, durante la finale di Champions League tra Juventus e Real Madrid. L’accusa, perla quale la Procura aveva chiesto un anno e sei mesi, è di disastro, omicidio e lesioni colpose. .
Con Appendino sono stati condannati sempre a un anno e sei mesi il suo ex capo di gabinetto, Paolo Giordana, l’allora questore Angelo Sanna, l’ex presidente di Turismo Torino, l’agenzia che prese in carico la creazione dell’evento, Maurizio Montagnese, ed Enrico Bertoletti, professionista che si occupò di parte della progettazione.
Anche per Sanna, come per Appendino, l’accusa aveva chiesto una condanna a un anno e 8 mesi, due anni per Giordana, un anno e sette mesi per Montagnese e 3 anni e sei mesi per Bertoletti.
“Accetto e rispetto la decisione del giudice – ha detto Appendino – anche per il ruolo istituzionale che ricopro ma non posso non nascondere una certa amarezza perché c’è un sindaco che paga per un gesto folle di alcuni ragazzi che sono stati già condannati anche in appello”.
“Se è vero che la carica istituzionale che ricopro comporta indubbiamente delle responsabilità, alle quali non ho alcuna intenzione di sottrarmi, è altrettanto vero che oggi devo rispondere, in quanto sindaca, di fatti scatenati da un gesto – folle – di una banda di rapinatori. Proprio sul difficile ruolo dei sindaci, sui rischi e sulle responsabilità a cui sono esposti, forse andrebbe aperta una sana discussione”, ha poi Appendino su Facebook.
“Come sapete, ho sempre cercato di comunicare con tutti voi in modo diretto e sincero. E così vorrei fare anche in questo giorno difficile. Il 3 giugno del 2017, durante la proiezione della finale Juventus-Real Madrid, una banda di quattro rapinatori, armati di spray urticante, si introdusse in mezzo alla folla e lo spruzzò per rubare collane e orologi preziosi – ricorda la sindaca – Questo gesto scellerato scatenò il caos che portò a molti feriti e alla morte di due persone. I quattro sono già stati condannati a 10 anni per omicidio preterintenzionale, anche in appello. Oggi, in un altro processo, la stessa Giudice ha condannato me (insieme ad altre 4 persone) a 1 anno e 6 mesi per una serie di reati colposi legati a quei fatti. È una decisione che accetto e rispetto, anche per il ruolo che rivesto”.
“La tesi dell’accusa, oggi validata in primo grado dalla Giudice, è che avrei dovuto prevedere quanto poi accaduto e, di conseguenza, annullare la proiezione della partita in piazza – prosegue Appendino – È una tesi dalla quale mi sono difesa in primo grado e che, dopo aver letto le motivazioni della sentenza con i miei legali, cercherò di ribaltare in Appello perché è evidente che, se avessi avuto gli elementi necessari per prevedere ciò che sarebbe successo, l’avrei fatto. Ma così non fu e, purtroppo, il resto è cronaca. Non ve lo nascondo, questa tragica vicenda mi ha segnato profondamente. Quei giorni e i mesi che sono seguiti, sono stati i più difficili sia del mio mandato da sindaca sia della mia sfera privata, personale. E il dolore per quanto accaduto quella notte è ancora vivo e lo porterò sempre con me. Con la stessa sincerità vorrei aggiungere ancora una cosa: a questi sentimenti, oggi, si somma anche una sensazione di amarezza. Concludo questo messaggio con un grazie a tutte le persone che mi sono state vicine, soprattutto in questi giorni, e ai miei legali, fiduciosa di riuscire a far valere le nostre tesi nei prossimi gradi di giudizio” ha concluso la sindaca di Torino.
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