Il fondo statunitense Kkr sembra pronto a lanciare a giorni una nuova Opa per l’acquisizione di Telecom, a distanza di 15 mesi la situazione è mutata e si attende la risposta del mondo politico
di Corinna Pindaro
La partita su Tim è ancora tutta da giocare, gli americani di Kkr non sembrano intenzionati ad arrendersi. Dopo una prima Opa amichevole, respinta prima ancora dalla politica che dalla società, il fondo d’investimento statunitense sembra pronto a riprovarci. A giorni è attesa una nuova offerta, questa volta incentrata sulla rete Telecom.
Le voci di una possibile formalizzazione dell’offerta si sono fatte sempre più insistenti e le indiscrezioni dovrebbero trovare conferma entro i prossimi giorni. Determinante per la riuscita dell’Opa è certamente la valutazione economica che sarà attribuita al colosso tlc italiano. E’ stato, infatti, questo che ha causato la frattura insanabile tra Cdp e Vivendi, azionisti di maggioranza del gruppo: Vivendi valuta l’infrastruttura oltre 30 miliardi, mentre Cdp è disposta a spenderne meno della metà.
La nuova offerta che sarà lanciata da Kkr potrebbe cambiare le sorti del gioco, particolare attenzione comunque dovrà essere prestata alle reazioni del mondo politico. Quindici mesi fa, infatti, il governo Draghi aveva inizialmente manifestato aperture per poi assumere una posizione più cauta fino a far svanire le prospettive. Adesso, però, la situazione è mutata. La manifestazione d’interesse a lanciare un’Opa totalitaria finalizzata al delisting valida al raggiungimento di almeno il 51% del capitale, era fissata a un prezzo di 0,505 euro per azione ordinaria o di risparmio, contro prezzi di mercato intorno a 0,35 euro e una capitalizzazione di circa 7,5 miliardi. Oggi i titoli Tim valgono 0,26 euro e la società capitalizza 5,6 miliardi.
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