Cambiato il vento: dopo la chiusura di ChatGpt, ora è Meta (Facebook e Instagram) a finire sotto la lente di ingrandimento dell’Antitrust, per presunto abuso di dipendenza economica nel negoziato con la Siae, la società che tutela gli autori italiani
di Ennio Bassi
La musica è cambiata e – assicurano fonti istituzionali ben informate – da qui in avanti cambierà ancora. I ballerini impegnati in questa rumba dei diritti sono i giganti internazionali del digitale, soprattutto quelli dei socialnetwork, entrati nei mirini delle varie autorità di controllo nazionale. Dopo la chiusura di ChatGpt, il software di intelligenza artificiale (chatbot) controllato da OpenAi, deciso dal Garante per la Privacy, ora è il turno delle proprietà italiane di Mark Zuckerberg (Facebook e Instagram). L’Antitrust ha infatti avviato un’istruttoria nei confronti di Meta Platform, Meta Platforms Ireland, Meta Platforms Technologies UK Limited e Facebook Italy per accertare un presunto abuso di dipendenza economica nella negoziazione con Siae della stipula della licenza d’uso, sulle proprie piattaforme, dei diritti musicali.
E tutto questo sembra soltanto l’inizio di una fase di accertamento più approfondito da parte delle autorità nazionali, decise, a quando risulta, a verificare quello che in questi ultimi anni è stato fatto e ottenuto in Italia dalle multinazionali digitali nel loro complesso, a seguito anche ad una forte attività di lobbying. Secondo la ricostruzione effettuata dal Garante, che, lo ricordiamo, è un’autorità amministrativa indipendente che svolge la sua attività e prende decisioni in piena autonomia rispetto al potere esecutivo, le società facenti capo a Zuckerberg potrebbero aver indebitamente interrotto le trattative per la stipula della licenza d’uso, sulle proprie piattaforme, dei diritti musicali abusando della dipendenza economica di Siae.
META POTREBBE AVERE ABUSATO DELLA DEBOLEZZA DI SIAE
L’Autorità garante della concorrenza e del mercato, guidata da Roberto Rustichelli, in sostanza ritiene che Meta potrebbe aver indebitamente interrotto le trattative per il rinnovo del contratto scaduto eliminando, altresì, i contenuti musicali tutelati da Siae dalle proprie piattaforme social e, sfruttando la propria posizione di forza, non avrebbe fornito alla società le informazioni necessarie per svolgere le negoziazioni nel pieno rispetto del principio di trasparenza ed equità. E’ per tali ragioni che unitamente all’istruttoria il Garante avrebbe anche avviato il procedimento cautelare.
L’Antitrust ha concentrato la sua indagine sull’ipotesi che Meta potrebbe avere abusato dello squilibrio contrattuale di cui beneficia chiedendo quindi a Siae di accettare un’offerta economica inadeguata, senza però fornire le opportune informazioni per valutarne l’effettiva congruità. A seguito dell’interruzione delle trattative, Meta ha poi eliminato dalle proprie piattaforme social i contenuti musicali tutelati da Siae in modo che non fossero più fruibili dagli utenti. L’Autorità – come si legge in una nota – ritiene che l’abuso di dipendenza economica ipotizzato possa avere un impatto significativo per la tutela della concorrenza nei mercati interessati e comportare un grave danno per i consumatori. Tale condotta potrebbe non solo comprimere significativamente la capacità competitiva di Siae sui mercati interessati, ma anche impedire agli autori che rappresenta – parte significativa di quelli attivi in Italia – di raggiungere la categoria di utenti, sempre più ampia, che fruisce delle piattaforme social.
ANTITRUST MOSSO A TUTELA DI SIAE E DEGLI INDIPENDENTI
Ma questo problema non riguarda solo Siae. Il comportamento di Meta potrebbe avere ripercussioni anche sugli autori rappresentati da altre società che operano in questo settore e che sono contitolari dei diritti insieme ad autori tutelati da Siae. A ciò si aggiunga che l’ostacolo all’accesso dei contenuti musicali sulle piattaforme di Meta potrebbe avere effetti negativi anche per la remunerazione dei diritti connessi dei produttori di opere musicali e di tutte le altre posizioni giuridiche tutelate nell’ambito della legge sul diritto d’autore. Queste pratiche abusive, inoltre, potrebbero limitare in modo considerevole la possibilità di scelta dei consumatori che verrebbero privati della possibilità di fruire delle opere tutelate da Siae, componente importante dell’offerta musicale italiana e internazionale.
Contestualmente all’istruttoria, l’Antitrust, come dicevamo, ha avviato anche il procedimento per adottare le eventuali misure cautelari. L’interruzione della negoziazione tra Meta e Siae, infatti, potrebbe incidere fin da subito sulle dinamiche competitive tra i diversi soggetti che compongono la filiera dei mercati dell’intermediazione dei diritti d’autore delle opere musicali. Questo spiega la necessità di un intervento cautelare che garantisca la riattivazione di un processo di negoziazione tra Meta e Siae nel rispetto dei principi di buona fede, trasparenza ed equità.
META: “SIAMO PRONTI A COLLABORARE”
Meta dal canto suo non è rimasta immobile dinnanzi a questa iniziativa che potrebbe rappresentare la punta di un icemberg. Un portavoce di Meta ha infatti chiarito che le loro società sono pronte “a collaborare per rispondere alle richieste dell’Autorita’ Garante della concorrenza e del mercato. Tutelare i diritti d’autore di autori e artisti e’ per noi una priorita’ assoluta, per questo rimaniamo impegnati nel raggiungere un accordo con Siae che soddisfi tutte le parti”.
Questo rinnovato attivismo dell’Antitrust e di altre autorità di controllo pubbliche sui giganti globali del digitale deriva da una duplice preoccupazione. Da un lato lo spazio che queste società hanno saputo conquistarsi negli ultimi anni, dall’altro il nuovo velocissimo ciclo di sviluppo che si registra sul fronte dell’Intelligenza artificiale. E’ di oggi la notizia che Bloomberg ha lanciato una nuovo chatbot che aiuterà a migliorare le attività di ricerca finanziaria esistenti, come l’analisi dei dati, le fluttuazioni sulle borse, la classificazione delle notizie e la risposta alle domande degli addetti ai lavori. Inoltre, come spiega il team di ricercatori che ha supportato Bloomberg nella realizzazione del chatbot, la piattaforma sbloccherà nuove opportunità per il cosiddetto ‘marshalling’ di grandi quantità di dati, ossia della trasformazione delle informazioni ottenute in indicazioni per il mercato, in ottica previsionale.
Insomma, nelle varie istituzioni nazionali, quelle di controllo ma anche quelle di difesa, su questi temi, come sulla cyber security, si è arrivati ad un massimo livello di attenzione e di allerta che punta anche a chiarire, guardando a ritroso, i percorsi fatti dalle multinazionali del settore in questi ultimi tempi. Anni che molti hanno definito di deregulation e che altri invece considerano di “far west”.
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