Il presidente russo ha tenuto il suo annuale discorso alle camere riunite. Oltre alle ormai costanti accuse all’Occidente Putin ha annunciato il ritiro della Russia dal trattato sottoscritto con gli Usa che imponeva limitazioni sul nucleare. Putin, inoltre, ha affermato che l’Occidente è il vero responsabile della genesi dell’invasione russa. Nel frattempo Biden da Varsavia ribadisce il pieno sostegno all’Ucraina
di Mario Tosetti
Come ogni anno il presidente russo Vladimir Putin ha tenuto il suo discorso alle camere riunite sullo Stato della Nazione. Il discorso, durato quasi il doppio rispetto a quello degli anni precedenti, è stato incentrato sulle ormai costanti accuse all’Occidente e alla Nato. Unica novità sostanziale è l’annuncio del ritiro della Russia dal trattato New Start sulla riduzione reciproca degli arsenali nucleari.
“Sono costretto ad annunciare oggi che la Russia sta sospendendo la sua partecipazione al trattato sulle armi strategiche offensive”, ha detto Putin. La decisione secondo il presidente russo è necessaria considerati gli attacchi ucraini a basi russe sferrati con droni “attrezzati e modernizzati con l’assistenza esperta della Nato”. Ma non solo, secondo Putin “qualcuno a Washington sta progettando di riprendere i test nucleari. Il ministero della Difesa russo e la società nucleare devono quindi essere pronti a testare le armi nucleari, se necessario. Non lo faremo per primi, ma se gli Stati Uniti condurranno i test, allora lo faremo”, ha affermato il leader del Cremlino. Si tenga presente che il trattato finora in vigore è stato sottoscritto nel 2010 tra Usa e Russia dagli allora presidenti arack Obama e Dmitry Medvedev e prevedeva un limite 1550 testate nucleari dispiegate e 700 missili e bombardieri schierati, oltre ad ispezioni per verificarne l’applicazione.
Ovviamente, però, le accuse di Putin all’Occidente non sono limitate al nucleare. Secondo il leader del Cremlino non solo l’Occidente, Nato e Usa prenderebbero “di mira la cultura russa perchè consapevoli di non poter sconfiggere la Russia sul campo di battaglia” ma hanno orchestrato il degenerare del conflitto in Donbass e reso necessaria l’invasione dell’Ucraina.
Mentre la Russia”ha svolto pazientemente trattative per uscire pacificamente dal conflitto in Donbass, ma alle nostre spalle l’Occidente ordiva un altro scenario. L’Occidente ha fatto carte false, ha chiuso gli occhi sugli omicidi politici e sulle repressioni del regime di Kiev e ha incoraggiato i nazisti a commettere atti terroristici. Così, non c’è stata scelta che “difendere il nostro paese e liquidare la minaccia del regime neo nazista”, ha dichiarato Putin che ha continuato sottolineando che l’Ucraina “voleva dotarsi di armi nucleari, voleva attaccare, oltre al Donbass anche la Crimea, e l’Occidente l’ha preparata a una grande guerra e oggi lo riconosce. L’Occidente ha già speso 150 miliardi di dollari in aiuti militari all’Ucraina, il flusso di denaro non diminuisce”.
Il presidente russo ha poi escluso ogni responsabilità per i crimini di guerra che gli vengono addebitati e sottolineato come l’adesione alla Nato dei Paesi ai confini con la Russia rappresenti una “minaccia esistenziale”. ”Più l’Occidente e le forze della Nato “avanzano, più lontano saremo costretti ad allontanare la minaccia dai nostri confini”, ha fatto sapere il presidente russo assicurando che è disposto a ”fare di tutto” perché nei territori annessi “torni la pace, la ripresa sociale e economica” e “per far ripartire le imprese e il lavoro”.
Per quanto riguarda l’economia russa, sulla quale incombono le numerose sanzioni dell’Occidente, Putin ha fatto sapere che “ha superato tutti i rischi”. Per il presidente russo l’Occidente attraverso le sanzioni sta punendo sé stesso. Hanno provocato un aumento dei prezzi nei loro paesi, la chiusura di fabbriche, il collasso del settore energetico, e stanno dicendo ai loro cittadini che la colpa è dei russi”.
Mentre la presidente del Consiglio italiano Giorgia Meloni è a Kiev per assicurare il sostegno del Paese all’Ucraina e ha bollato le dichiarazioni di Putin come “la solita propaganda”, anche il presidente Usa Joe Biden, di ritorno dal viaggio in Ucraina, ha deciso di tenere un discorso a Varsavia. La scelta di Biden di parlare all’Occidente proprio il giorno in cui Putin ha tenuto il suo discorso alla nazione è evidentemente non causale. “Kiev è forte, fiera. Resiste e continua a essere libera”, ha sottolineato il presidente Usa assicurando: “Il nostro sostegno è solido come una roccia, e difendere ogni centimetro del territorio della Nato è un impegno sacro, ogni attacco contro uno di noi è un attacco a tutti”.
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