Il governo ha approvato un emendamento che di fatto limita i controlli della Corte dei Conti sul Pnrr. Un portavoce della Commissione ha ribadito la necessità che vi sia un sistema di controlli efficace. Palazzo Chigi si è affrettato a fare sapere che l’emendamento non modifica gli accordi con l’Ue. Preoccupazione per l’Associazione dei magistrati della Corte dei Conti mentre il presidente emerito della Corte Costituzionale plaude alla decisione
di Emilia Morelli
Dopo l’emendamento dell’esecutivo al decreto Pa che limita i controlli della Corte dei Conti sul Pnrr si è acceso un dibattito tra la Commissione europea e il governo. “Noi abbiamo un accordo con l’Italia sulla necessità di avere un sistema di controlli efficace per quanto riguarda la spesa dei fondi del Pnrr ed è responsabilità delle autorità italiane che questi enti siano in grado di lavorare”, ha fatto sapere un portavoce della Commissione Europea che ha aggiunto, “Le autorità italiane hanno istituito un ente ad hoc responsabile del controllo dei fondi del Pnrr, monitoreremo con grande attenzione cosa prevede la bozza di legge al riguardo della Corte dei Conti”.
“Come regola generale – ha continuato il portavoce della Commissione europea – non ci esprimiamo sui progetti di legge e dunque non entriamo nel dettaglio. Possiamo dire che il Pnrr richiede una risposta proporzionata vista la sua natura unica, essendo un programma di spesa basato sulle performance. I sistemi di controllo nazionali costituiscono i meccanismi principali per proteggere gli interessi finanziari dell’Ue e sono gli Stati membri che devono assicurarsi che non ci siano conflitti di interessi e o frodi. E l’Italia ha in campo un sistema solido”.
Non è tardata ad arrivare la risposta di Palazzo Chigi che in una nota ha sottolineato: “Le norme proposte dal Governo non modificano quanto già concordato tra Commissione europea e Governo italiano, le norme in discussione non intervengono su quanto previsto dal D.L. 77 del maggio del 2021”.
Nella nota di Palazzo Chigi si legge, inoltre, che il governo è convito che “il Recovery necessiti di un quadro di controlli che siano adatti e proporzionati alla sua natura unica e in modo che i programmi di spesa si basino sull’efficienza. L’azione del governo si basa su questo principio. Il portavoce della Commissione Ue afferma che la Commissione europea non commenta i progetti di legge, ma subito dopo lo stesso portavoce fa seguire delle considerazioni che alimentano polemiche politiche strumentali che non corrispondono alla realtà”.
Inoltre, prosegue la nota, “ieri a Palazzo Chigi si è svolto un lungo, cordiale e proficuo incontro tra il Governo e la Corte dei conti. Nell’incontro è stata decisa all’unanimità l’apertura di un tavolo di lavoro per revisionare e definire meglio alcuni istituti relativi ai controlli sul Pnrr”.
Ad ogni modo nella discussione prevista lunedì 5 giugno sul decreto Pa potrebbe essere posta la fiducia della Camera, ed anche qualora il testo passasse dovrebbe superare il vaglio del Quirinale. Se la decisione del governo sulla corte dei conti posa o no influire sui rapporti con la commissione europea è da vedersi ma, il dato certo è che la terza tranche del Pnrr ancora non si vede.
Sullo sfondo l’Associazione nazionale della Corte dei Conti che in una nota ha espresso “preoccupazione per la decisione del Governo di limitare le funzioni di controllo concomitante sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di prorogare lo scudo erariale, le cui ragioni fondanti legate all’emergenza sono venute meno. Protrarre l’esclusione della responsabilità per colpa grave commissiva pone rilevanti dubbi di costituzionalità e di compatibilità con la normativa eurounitaria e genera un clima di deresponsabilizzazione, che non rafforza, ma depotenzia, l’efficacia dell’azione amministrativa”.
Cassese, governo ha fatto benissimo su Corte dei Conti
Il presidente emerito della Corte Costituzionale Sabino Cassese ha giudicato positivamente la scelta del governo “Ha fatto benissimo il governo a limitare il controllo preventivo della Corte dei Conti. Ci sono aspetti di merito sui controlli e di metodo sul modo in cui si è svolta questa vicenda che danno completamente ragione al governo e dimostrano che bisognerebbe che le grandi corporazioni dello Stato ripensassero al modo in cui agiscono nei confronti dello Stato di cui sono i rappresentanti”, ha detto Cassese intervenendo al Festival dell’Economia di Torino.