Il presidente ucraino ha invocato aiuti all’Ucraina sottolineando che difendere l’Ucraina significa difendersi contro gli aggressori futuri. Sulla stessa linea anche il presidente Usa Joe Biden. Per quanto riguarda il dossier migranti dopo il no della Polonia al piano presentato da von der Leyen a Lampedusa e la chiusura delle frontiere da parte della Francia si attende l’intervento di Meloni al Palazzo di Vetro
di Emilia Morelli
I riflettori sono tutti stati puntati su di lui, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che ha iniziato il suo discorso al palazzo di vetro intorno alle 20:00 ore italiane. In polo militare verde ha invocato una “pace giusta”, chiesto nuovi aiuti e ribadito davanti a decine di leader di tutto il mondo che Mosca non ha diritto ad avere armi nucleari con le quali “minaccia il mondo e non ha il diritto di farlo. Dissemina paure e minacce, guardate cosa ha fatto alla nostra centrale di Zaporizhzhia“.
Dunque, come prevedibile, il presidente ucraino ha tenuto un intervento concentrato sulla Russia, sulla necessità di Kiev di essere sostenuta contro l’invasione in difesa della Carta delle Nazioni Unite, dell’ordine mondiale e della democrazia.
“La Russia sta spingendo il mondo verso la guerra finale”, ha detto, sottolineando che “l’Ucraina sta facendo di tutto per garantire che dopo l’aggressione nessuno al mondo oserà attaccare nessuna nazione. Dobbiamo fermarla dobbiamo agire uniti per sconfiggere l’aggressore e concentrare le nostre capacità e energie nell’affrontare queste sfide”. Anche per questo Zelensky ha annunciato che Kiev sta preparando un “vertice mondiale per la pace” al quale vuole invitare tutti i leader mondiali contrari all’”aggressione” dell’Ucraina.
Il presidente ucraino ha poi accusato Mosca di avere causato un “genocidio” con la deportazione dei bimbi ucraini, aspetto peraltro al centro della missione di pace fortemente voluta da Papa Francesco attraverso il cardinal Zuppi. Ai bambini ucraini deportati in Russia, tema sul quale – ha detto – esistono prove, “viene insegnato ad odiare l’Ucraina”. Inoltre, Zelensky ha sottolineato un ulteriore aspetto: Mosca porta avanti la sua guerra di aggressione non solo con le armi, ma trasforma “molte altre cose in armi”, come il cibo e l’energia. Mosca, ha continuato, usa “la mancanza di cibo sul mercato globale per ottenere in cambio il riconoscimento di alcuni, se non tutti, i territori occupati. La Russia sta usando i prezzi alimentari come un’arma”.
Lo stesso appello di Zelensky qualche ora prima era stato lanciato anche dal presidente russo Joe Biden. “Gli Stati Uniti vogliono che questa guerra finisca, nessuno più dell’Ucraina vuole che finisca, solo la Russia ha il potere e la responsabilità di farlo e ora sbarra il cammino della pace perché vuole la capitolazione e il territorio dell’Ucraina“.
Intanto da Mosca, che non vedrà il suo leader partecipare all’assemblea, non è mancata la risposta della portavoce del ministero degli Esteri, Maria Zakharova. “E’ ovvio che l’accattone dipendente di Kiev – ha detto riferendosi a Zelensky – sta andando a mendicare ancora denaro e armi dai suoi padroni americani”, alludendo alle richieste di aiuti militari avanzati nell’ultimo anno e mezzo ai partner occidentali.
Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg a margine dell’Assemblea ha fatto sapere che l’importanza di difendere l’Ucraina valica i confini dell’Ucraina stessa. “Se non difendiamo l’Ucraina, nessuna nazione al mondo sarà al sicuro”. Dicendosi d’accordo col presidente americano, Stoltenberg ha affermato che “è fondamentale che la comunità ucraina continui a condannare la Russia e a sostenere l’Ucraina” nella guerra in corso. “Nessuno sa quanto durerà questa guerra”, ha proseguito, sostenendo che “grazie al sostegno della Nato e della comunità internazionale l’Ucraina è riuscita a respingere la Russia”. Riferendosi alla Cina, Stoltenberg ha precisato che “non è un avversario della Nato”, ma “la sua crescente vicinanza con la Russia è una motivazione valida per rafforzare” l’Alleanza Atlantica.
Ovviamente la guerra in Ucraina non è l’unico tema dell’Assemblea. Per quanto riguarda il dossier migranti la situazione, che coinvolge direttamente l’Italia considerato l’imponente incremento dei flussi migratori, appare tesa.
La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, dopo aver incassato un deciso “no” da suo principale alleato in Europa, il presidente polacco Mateusz Morawiecki, sul piano sui migranti presentato da Ursula von der Leyen a Lampedusa, ha tentato di correggere il tiro. “Morawiecki si riferiva al piano di immigrazione e asilo e io sono d’accordo con lui perché la strada non è quella dei ricollocamenti. Parlate della Polonia ma la Francia ha bloccato le frontiere, la Germania ha detto che non accetta ricollocamenti e l’Austria che farà più controlli al Brennero. Ecco perché l’unica strada è quella di fermare le partenze illegali non di scaricare sugli altri il problema”, ha affermato Giorgia Meloni.
Dichiarazioni che probabilmente ribadirà in occasione del suo debutto previsto per oggi all’Assemblea generale Onu. “Penso che un’organizzazione come l’Onu, che ha combattuto la schiavitù, non possa consentire il ritorno a quella barbarie sotto altre forme e lo dirò con chiarezza”, ha anticipato per poi aggiungere: “non consentirò che l’Italia diventi il campo profughi d’Europa”.
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