In vista delle prossime elezioni presidenziali, Donald Trump si appella nuovamente alla sua costante lotta contro l’immigrazione irregolare. Un audace piano, rivelato dal New York Times, è stato progettato dall’ex presidente statunitense per gestire la questione dell’immigrazione clandestina alla frontiera messicana. Il piano prevede l’adozione di misure drastiche, tra cui rastrellamenti, arresti e enormi centri di detenzione, proseguendo con deportazioni di massa di migranti clandestini
di Corinna Pindaro
Nel mirino dell’ex presidente americano c’è ancora una volta la questione della migrazione irregolare. Questo controverso piano di gestione del traffico di persone fino alla frontiera con il Messico ha finito per attirare l’attenzione di elettori e osservatori politici. Nel piano dell’ex presidente nuovamente in corsa per la Casa Bianca ci sono drastiche misure di rastrellamento, arresti, maxi-centri di detenzione e ampio dispiegamento di deportazioni di migranti clandestini.
L’aspetto chiave di questa strategia sarebbe la costruzione di enormi centri di detenzione per detenere i migranti scoperti dalle forze dell’ordine che attraversano illegalmente il confine. Tuttavia, la “tolleranza zero” di Trump non si limita solo ai nuovi arrivi, si estende anche a coloro che si sono già infiltrati illegalmente negli Stati Uniti, indipendentemente da quanto tempo si trovino nel paese. In questa versione, la strategia prevede l’impiego delle forze dell’ordine federali e locali per eseguire arresti su larga scala di persone senza documenti in tutto il paese.
Durante un recente discorso in Florida, Trump ha assicurato ai suoi sostenitori che, se rieletto, intraprenderà “la più grande operazione di deportazione nella storia americana”. Ha inoltre promesso di firmare un documento per bloccare i finanziamenti per l’alloggio e il trasporto per gli immigrati senza documenti il giorno stesso del suo insediamento. Nell’ipotesi in cui, una volta rieletto, il Congresso non dovesse approvare il finanziamento del suo piano anti-immigrazione, Trump ha già formulato un piano B: reindirizzare i fondi dal Pentagono. Una tattica simile è stata utilizzata nel suo primo mandato per finanziare la costruzione del suo famoso muro al confine con il Messico.
Infine, il piano anti-immigrazione di Trump vedrebbe la reintroduzione del discusso divieto musulmano. Questa misura, una delle più contestate del suo primo mandato, proibirebbe l’accesso negli Stati Uniti a persone provenienti da paesi a maggioranza musulmana. Questa policy, prontamente abolita da Joe Biden nei suoi primi giorni alla Casa Bianca, dimostra quanto divisiva sia la questione dell’immigrazione in questo contesto elettorale.
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