La pressione di Israele su Gaza continua a rimanere alta, proseguono i raid aerei. L’offensiva via terra ufficialmente è stata posticipata ma le forze israeliane hanno ingaggiato i primi combattimenti nella Striscia di Gaza con carri armati e forze di fanteria, volti a eliminare squadre di terroristi che si preparano alla prossima fase della guerra
di Carlo Longo
Sono stati rilasciati da Hamas due ostaggi israeliani. Lo ha comunicato il portavoce del gruppo terroristico, Abu Obeida, spiegando che l’operazione è avvenuta con la mediazione di Egitto e Qatar per “ragioni umanitarie”. Fonti israeliane hanno fatto sapere che si tratta di due donne. Il rilascio è stato accompagnato dalla comunicazione che Hamas è pronta a liberare altri 50 prigionieri con doppia cittadinanza, sempre grazie alla mediazione del Qatar.
Sembra che la Croce rossa, proprio in questi momenti, si stia dirigendo verso il luogo prestabilito per il rilascio dei 50 ostaggi. Sempre secondo le fonti di I24 News, in cambio della collaborazione palestinese, Israele avrebbe evitato di bombardare Gaza per alcune ore, fondamentali affinché la Croce Rossa dello Stato ebraico potesse raggiungere l’insediamento. Informazioni simili sono state riferite all’Ansa da una fonte di sicurezza egiziana.
Israele però continua a mantenere alta la pressione su Gaza, numerosi i raid aerei tra cui uno nel rione di Jbalya, che ha provocato la morte di almeno 18 persone e il ferimento di un’altra decina, e altri vicino due ospedali di Gaza. L’esercito israeliano però nega ogni accusa, come già accaduto per l’ospedale anglicano colpito lo scorso 17 ottobre. “Hamas mette direttamente in pericolo gli abitanti di Gaza, gli israeliani e la comunità internazionale”, ha affermato l’esercito israeliano allegando a supporto della sua tesi le immagini alcuni razzi palestinesi vicino a scuole, ospedali e una sede Onu.
La novità rilevante è comunque che Israele sembra abbia concesso di ritardare la pluri annunciata offensiva di terra dentro la Striscia. La ragione, secondo quanto riporta l’ Ansa, è “l’attesa dell’arrivo di altre forze Usa nella regione”, anche a fronte delle gravi minacce reiterate ancora ieri dall’Iran che fanno temere un’escalation regionale. Si temono, inoltre, conseguenze per i 350 mila civili palestinesi che sono ancora a nord della Striscia. Tuttavia, forze israeliane avrebbero ingaggiato nelle scorse ore combattimenti, pur per il momento limitati, anche dentro la Striscia di Gaza. “Nella notte ci sono state incursioni con carri armati e forze di fanteria, volti a eliminare squadre di terroristi che si preparano alla prossima fase della guerra”, oltre che a raccogliere informazioni sulla sorte dei 222 ostaggi, ha detto il portavoce militare Daniel Hagari. Gli scontri sono stati confermati anche dalle le Brigate al-Qassam, braccio armato di Hamas.
Sul fronte umanitario un nuovo convoglio di aiuti ha attraversato il valico di Rafah. Intanto i presidenti di Usa, Francia, Gran Bretagna e Italia hanno avuto un confronto telefonico dal quale è scaturita una dichiarazione congiunta in cui hiedono il rilascio immediato di tutti gli ostaggi e si dicono “impegnati a uno stretto coordinamento per sostenere i cittadini presenti nella regione, in particolare quelli desiderosi di lasciare Gaza”. I cinque leader hanno accolto con favore l’invio dei primi convogli umanitari e si sono impegnati a “continuare uno stretto coordinamento diplomatico, anche con i partner chiave della regione, per prevenire l’estendersi del conflitto, preservare la stabilità in Medio Oriente e lavorare verso una soluzione politica e una pace duratura”.
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