La terza emissione di Green Bond, con scadenza il 30 ottobre 2031, è già un successo: ammonta a 10 miliardi di euro e ha raccolto una domanda in eccesso di 54 miliardi

di Mario Tosetti

Boom di richieste per il nuovo Green Bond del tesoro che ammonta a 10 miliardi di euro e porta con se una domanda in eccesso di 54 miliardi. Il ministero dell’Economia ha dato mandato a Banco Bilbao Vizcaya Argentaria, BNP Paribas, BofA Securities Europe S.A., Crédit Agricole Corp e Monte dei Paschi di Siena Capital Services Banca per le Imprese per il collocamento sindacato della terza emissione di Btp Green con scadenza 30 ottobre 2031.

Il Green Bond è lo strumento attraverso cui il Mef intende finanziare le spese sostenibili dal punto di vista ambientale, quali: gli investimenti per le fonti rinnovabili, la produzione di energia pulita, la transizione energetica, trasporti a basse emissioni, prevenzione e controllo dell’inquinamento ed energia circolare, tutela dell’ambiente e della biodiversità.

I Btp green sono titoli a medio-lungo termine e presentano le medesime caratteristiche degli altri Buoni del Tesoro poliennali: garantiscono un reddito fisso stabilito dalla cedola, pagata semestralmente, e il rimborso del valore nominale alla scadenza. Il Btp ha ottenuto un notevole successo, con richieste di dieci volte superiori all’offerta.

La prima emissione, a marzo del 2021, ha sin da subito raggiunto il record di richieste con una partecipazione di oltre 530 investitori e una domanda complessiva di più di 80 miliardi di euro. La seconda tranche è stata aperta nell’ottobre successivo e ha visto la partecipazione di 350 investitori.  La seconda emissione risale allo scorso settembre in cui erano stati collocati 6 miliardi di euro con scadenza ad aprile 2035 e il Mef ha raccolto ordini per 40 miliardi. Tanto che, a novembre, il Tesoro ha deciso di riaprire in asta il titolo per un valore di 2 miliardi.

Per questa terza emissione maggiori dettagli verranno alla luce nei prossimi giorni quanto il Mef presenterà il Def (Documento di Economia e Finanza) che dovrebbe prevedere una crescita del pil di oltre lo 0,6%, previsto dallo 0,8 all’1% e un deficit del 4,5%.

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