La catastrofe umanitaria non sembra essere destinata a concludersi a stretto giro. Israele continua a preparare l’attacco via terra e Hamas non rilascerà gli ostaggi finchè non finiranno i bombardamenti su Gaza. Sono transitati i primi aiuti umanitari attraverso il valico di Rafah aperto per qualche ora
di Emilia Morelli
L’Onu ha lanciato un disperato allarme. “La situazione umanitaria di Gaza era disperata prima delle ultime ostilità. Ora è catastrofica. Il mondo deve fare di più. “Decine di migliaia di persone sono sfollate e non possono cucinare o acquistare cibo in sicurezza. Gli ospedali sono sovraccarichi di vittime. I civili hanno sempre più difficoltà ad accedere alle forniture alimentari essenziali e i bambini muoiono a un ritmo allarmante”, si legge in una nota sottoscritta congiuntamente da cinque agenzie delle Nazioni Unite (Undp, Unfpa, Unicef, Wfp e Oms).
La situazione però non sembra sia destinata a risolversi a stretto giro. Non si arrestano i preparativi per l’offensiva via terra annunciata dall’esercito israeliano, che ha anche specificato che si tratterà di un attacco massiccio. “Le truppe, sia quelle in servizio sia i riservisti, sono schierati sul campo e si stanno addestrando in accordo con i piani operativi approvati”, ha fatto sapere l’Idf.
Hamas dal canto suo utilizza le vite di oltre duecento prigionieri come merce di scambio. Il gruppo islamico, infatti, non rilascerà gli ostaggi “fino a quando sarà in corso l’aggressione nemica”. Lo ha fatto sapere in maniera netta Osama Hamden, rappresentate di Hamas a Beirut, che ha aggiunto: “La resistenza è pronta a ogni scenario. Quello che hanno subìto il 7 ottobre non sarà nulla a confronto a quello che subiranno”.
Tuttavia, sembra che alcuni passi in avanti per il rilascio degli ostaggi siano stati compiuti dall’Egitto e dal Qatar che si sono impegnati nelle trattative. “Vogliamo chiudere il dossier degli ostaggi civili appena possibile. Lavoriamo con tutti i mediatori per chiudere il dossier dei civili appena le condizioni di sicurezza saranno opportune. Israele è responsabile dell’incolumità degli ostaggi nella Striscia di Gaza”, ha affermato sul punto Hamdan.
Intanto per qualche ora è stato, finalmente, aperto il valico di Rafah. Sono riusciti a transitare 20 camion egiziani a doppio container e 30 camion già presenti nel suolo palestinese. Non è transitata, invece, nemmeno una persona. Alle 16:00 ora italiana, poi, il varco è stato nuovamente chiuso. Gli aiuti adesso verranno smistati fra quelli che saranno diretti all’Unrwa (l’ente dell’Onu per i rifugiati) e quelli destinati alla Mezzaluna Rossa palestinese. Ma il capo dell’ufficio comunicazioni di Hamas, Salama Maruf, in un comunicato citato dai media ha affermato: “Questo convoglio limitato non sarà in grado di cambiare il disastro umanitario che sta vivendo la Striscia di Gaza”. Secondo Maruf, “è importante stabilire un corridoio sicuro che funzioni 24 ore su 24 per soddisfare i bisogni umanitari e i servizi essenziali che non ci sono più. E per consentire ai feriti di partire per ricevere cure”.
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