Dopo più di tre anni l’Oms ha dichiarato terminata l’emergenza sanitaria innescata con la pandemia da Covid. Ad ogni modo, ha avvertito l’organizzazione, il virus non è scomparso e continua a mietere vittime semplicemente da emergenza deve essere gestito come tutte le altre malattie infettive
di Mario Tosetti
L’emergenza sanitaria mondiale durata oltre tre anni a causa della pandemia da Covid è conclusa. Lo ha annunciato il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus.
Nel suo intervento Ghebreyesus ha ripercorso la pandemia sin dall’inizio, sin da quando in Cina a Whuan ci sono stati i primi casi. “All’inizio della pandemia, fuori dalla Cina c’erano circa 100 casi di Covid e non vi erano morti dichiarati. In tre anni da qual momento il mondo si è capovolto: circa 7 milioni di morti sono stati riportato dall’Oms, ma noi sappiano che la stima è di molte volte maggiore, pari almeno a 20 milioni di morti”, ha detto il numero uno dell’Oms.
Ora però, finalmente, considerata la tendenza al ribasso dei contagi e l’immunizzazione della popolazione attraverso i vaccini, si può tirare un sospiro di sollievo e abbassare il livello di allarme. La minor incidenza dei contagi “ha permesso alla maggior parte dei Paesi di tornare alla vita come la conoscevamo prima”.
Guardando indietro non si può non ammettere che sono stati commessi molti errori, dovuti ad inesperienza, mancanza di coordinamento e solidarietà. Il direttore generale dell’Oms ha specificato che “sono state perse vite che non dovevano essere perse. Per questo abbiamo ora un piano pandemico: è un impegno verso le generazioni future a non tornare indietro al vecchio schema di panico e trascuratezza che ha lasciato il mondo vulnerabile, ma andremo avanti con un impegno comune a fare fronte a minacce comuni con una risposta comune. Il Covid ha cambiato il nostro mondo e ha cambiato noi. Se ritorneremo alle cose come erano prima del Covid, avremmo fallito nell’imparare la lezione e avremmo fallito con la generazione futura”.
Ad ora è necessario che tutti i Paesi passino “da una fase di emergenza ad una fase di gestione del Covid insieme alle altre malattie infettive. La decisione di far terminare lo stato di emergenza sanitaria internazionale non è stata una decisione improvvisa, ma pianificata e considerata con attenzione”. Anche perchè tutt’ora “migliaia di persone nel mondo stanno lottando per le loro vite nelle terapie intensive e milioni continuano a vivere con gli effetti debilitanti della condizione post-Covid. Il virus è qui per rimanere. Sta ancora uccidendo e sta ancora cambiando”, ha precisato Ghebreyesus.
Infine, una considerazione di carattere generale. “Il Covid è stato molto di più di una crisi sanitaria, ha causato sconvolgimenti economici, cancellando trilioni dal Pil e spingendo milioni di persone nella povertà. Ha causato sconvolgimenti sociali, con chiusura delle frontiere e milioni di persone colpite da isolamento, depressione e ansia”, ha osservato il direttore generale dell’Oms ribadendo la necessità di non dimenticare ciò che è stato e trarne opportuni insegnamenti.
A fronte dell’annuncio il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha voluto rendere omaggio all’impegno del personale sanitario nel contrasto alla pandemia. “Il mio pensiero va innanzitutto ai medici e agli operatori sanitari e sociosanitari che non hanno risparmiato energie per combattere questo incubo globale e alle persone che non ce l’hanno fatta. In loro memoria non dobbiamo dimenticare questa terribile esperienza e dobbiamo rafforzare la ricerca, le strutture sanitarie e l’assistenza territoriale perché non accada mai più niente di simile”, ha affermato Schillaci.
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