di Ennio Bassi
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, nella lotta alla pandemia da Coronavirus ha preso, un po’ a sorpresa, una posizione terzomondista sostenendo di essere favorevole alla sospensione dei brevetti per i vaccini anti Coronavirus in modo da aiutare anche i paesi meno sviluppati a combattere la pandemia. Una posizione che ha visto il plauso di molti paesi, compresa l’Europa e la Cina, ma contro la quale si sono scagliati subito i grandi produttori farmaceutici proprietari dei brevetti anti Covid 19, subito penalizzati in borsa da forti perdite.
Biden ha spiegato che alla base della sua proposta c’è l’obiettivo di sconfiggere il Covid a livello planetario il prima possibile. Senza il vincolo della proprietà intellettuale, infatti, ciascuna azienda farmaceutica potrebbe produrre i vaccini già approvati diminuendo in modo drastico sia i tempi di produzione che di vaccinazione. La vicenda è complessa perché in ballo vi sono vari interessi contrapposti. Alcuni industriali, altri geopolitici. La finalità è certamente apprezzabile perché mira a dare una soluzione globale ad un male globale, andando in aiuto ai paesi meno sviluppati, ma anche a grandi nazioni come India e Brasile. Ma gli interessi in ballo sono enormi e come hanno già sottolineato alcuni rappresentanti di Big Pharma, togliere i brevetti minerebbe la solidità di aziende decisive per la ricerca sui virus.
In Europa intanto si delineano posizioni di cauta apertura. “L’Unione europea è pronta a discutere la proposta degli Stati Uniti per una rinuncia alla protezione della proprietà intellettuale per i vaccini anti-Covid”, ha detto la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, intervenendo sul tema dei brevetti in seguito all’annuncio del Presidente Biden di voler sostenere la proposta in discussione nei negoziati Wto su una possibile revoca delle licenze sui vaccini per facilitarne la produzione e la distribuzione.
L’Europa, ha spiegato von der Leyen, è dunque pronta a discutere la proposta lanciata in primis da India e Sudafrica e ora sostenuta anche dagli Usa, però poi la Presidente della Commissione Ue ha chiuso il suo intervento all’insegna della cautela. “Nel breve periodo, tuttavia, chiediamo a tutti i paesi produttori di vaccini di consentire l’esportazione e di evitare misure che interrompano le catene di approvvigionamento”.
Sulla stessa linea il Premier italiano Mario Draghi, il quale intervenendo su tema si è così espresso: “I vaccini sono un bene comune globale. È prioritario aumentare la loro produzione, garantendone la sicurezza, e abbattere gli ostacoli che limitano le campagne vaccinali“. E come Draghi anche il Presidente della Repubblica Francese, Emanuel Macron, si è detto pronto a valutare la sospensione della validità dei brevetti dei vaccini anti covid 19. Soltanto Angela Merkel appare decisamente contraria a questa iniziativa, sia per interessi nazionali (uno dei grandi produttori di vaccino è tedesco) sia per ragioni geopolitiche. Vedremo nei prossimi giorni se questa proposta avrà un esito positivo, se prevarranno gli interessi industriali o quelli umanitari.
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