Il secondo Governo di Giuseppe Conte ha preso il largo, dopo il giuramento, ieri ha avuto luogo il primo Consiglio dei ministri. “No a conflitti, ora mi aspetto lealtà”, ha subito chiarito il premier. Nel primo Consiglio dei ministri Conte si è rivolto a tutti i ministri, chiedendo “leale collaborazione”, che a molti è sembrato un altro modo per segnare discontinuità dall’esecutivo precedente, evitando le “sgrammaticature istituzionali” che avevano caratterizzato l’ultima fase del governo precedente.
La “leale collaborazione” auspicata da Conte andrà declinata sia sul piano dei provvedimenti sia su quello della comunicazione. E questo nuovo clima dovrà ispirare il lavoro e il comportamento di tutti i membri dell’esecutivo targato M5S-Pd-Leu, non solo quello del premier: “Nel governo che presiedo mi aspetto che questi tratti distintivi siano di tutto il governo e non solo miei”, il senso delle parole di Conte.

L’attenzione di Conti oggi è invece sposta sulla complessa partita della nomina dei sottosegretari, un’operazione più complessa di quel che appare nella quale il professore foggiano dovrà mettere, ancora una volta, molte delle sue capacità di mediazione.
Intanto si registrano le prime polemiche, naturalmente attizzate in primis dal grande sconfitto Matteo Salvini, sul primo atto del nuovo esecutivo che è arrivato segnando un cambio di rotta sui migranti: il consiglio dei ministri, su proposta del neoministro per gli Affari regionali e le autonomie Francesco Boccia, ha infatti esaminato nove leggi delle Regioni e delle Province Autonome e ha deciso di impugnare la legge della Regione Friuli Venezia Giulia dell’8 luglio scorso recante ‘Disposizioni multisettoriali per esigenze urgenti del territorio regionale’.

Palazzo Chigi ha subito precisato che la legge è stata impegnata, “in quanto numerose disposizioni sono risultate eccedere dalle competenze statutarie della Regione. In particolare: alcune norme violano la competenza esclusiva statale in materia di tutela dell’ambiente, di cui all’articolo 117, secondo comma, lettera s), della Costituzione; talune disposizioni in materia di immigrazione appaiono discriminatorie, in contrasto con i principi di cui all’articolo 3 della Costituzione e in violazione della competenza esclusiva statale nella materia di cui all’articolo 117, secondo comma lettera b) della Costituzione”.

L’altra notizia che ha segnato la giornata è l’indicazione del Cdm di Paolo Gentiloni come membro italiano della nuova commissione Ue. Scelta che ha provocato malumori anche nei 5 Stelle. “Stiamo consegnando l’Italia al Pd in Europa. Non riconosco più il mio Movimento”, ha commentato il deputato Piernicola Pedicini.

Ma al di là delle inevitabili note critiche di alcuni, l’indicazione di Gentiloni, una personalità indiscutibile, uno dei pochi in Europa che può dire di essere stato presidente del Consiglio e ministro degli Esteri, è stata ben accolta da molte cancellerie continentali. Un’accoglienza positiva al punto che Gentiloni potrebbe diventare il sostituto di Pierre Moscovici e quindi diventare il nuovo Commissario per gli affari economici, un ruolo chiave per la comunità e soprattutto per un paese come l’Italia che sul fronte economico dovrà affrontare molti difficili esami a livello comunitario. (RED – GIUT)