“Progetto di vita”, uno strumento di profonda semplificazione, che ribalta l’approccio e determina una presa in carico completa, a partire dai desideri e dalle preferenze della persona, in condivisione con la famiglia
di Alessandra Locatelli*
Nei giorni scorsi è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il “decreto disabilità”, il cuore della riforma che semplifica il sistema di accertamento dell’invalidità civile e introduce il “Progetto di vita”.
Siamo di fronte ad una rivoluzione epocale nella presa in carico della persona, un passaggio storico che permetterà di semplificare e sburocratizzare il percorso di riconoscimento dell’invalidità civile e soprattutto, attraverso l’introduzione del “Progetto di vita”, di superare le estreme frammentazioni tra le prestazioni sanitarie, sociosanitarie e sociali.
Mettiamo finalmente la persona al centro e passiamo da un approccio meramente assistenzialista alla valorizzazione della persona stessa con i suoi talenti e le sue competenze.
La riforma, oltre ad introdurre nuovi metodi di valutazione, modificherà gli attuali percorsi. In particolare, elimina le visite di rivedibilità, che sono una vera umiliazione per le persone con disabilità e le loro famiglie, semplifica l’iter di avvio della domanda per il riconoscimento dell’invalidità civile e si unificano varie commissioni alle quali oggi bisogna rivolgersi per ottenere diversi certificati.
L’innovazione più grande, però, è rappresentata dal “Progetto di vita”, uno strumento di profonda semplificazione, che ribalta l’approccio e determina una presa in carico completa, a partire dai desideri e dalle preferenze della persona, in condivisione con la famiglia e attivando direttamente nell’ambito della commissione multidimensionale tutte le misure e i servizi previsti.
Il 1° gennaio 2025 inizierà la sperimentazione in nove province italiane, tre del Nord, tre del Centro e tre del Sud.
Questo nuovo metodo di valutazione richiede una formazione capillare e intensa che partirà già da quest’anno nei territori coinvolti nella sperimentazione. Investiremo 20 milioni di euro per poter garantire il massimo della preparazione a tutti i profili professionali ma anche al mondo del Terzo settore che per noi sarà un prezioso alleato nell’innovazione che si sta sviluppando.
Il cambiamento è iniziato: serve, ora, da parte di tutti ancora più coraggio per sostenere questo nuovo cammino.
Il nostro orizzonte, il filo conduttore di tutte le politiche per l’inclusione è la Convenzione Onu per i diritti delle persone con disabilità, e a partire da questa importante legge e dall’Agenda Onu 2030 immaginiamo percorsi di vita che per tutti possano essere dignitosi e partecipativi della vita di comunità.
Sarà uno dei temi al centro del primo G7 Inclusione e Disabilità che si terrà in Umbria dal 14 al 16 ottobre. L’obiettivo è dimostrare a tutti la concretezza dell’Italia e le grandi potenzialità del mondo associativo del nostro Paese, ma anche quanto siamo impegnati nel determinare un reale cambiamento culturale e civile.
La strada è tracciata e serve continuare a lavorare, tutti insieme, in questa direzione.
*Ministro per le Disabilità
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