L’Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l’occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa) ha segnalato una significativa escalation della crisi a Gaza, con oltre metà della popolazione, circa 1,7 milioni di persone, sfollate. L’offensiva israeliana continua mentre le trattative per un cessate il fuoco stentano ad avanzare
di Carlo Longo
L’emergenza umanitaria nella striscia di Gaza raggiunge livelli catastrofici: l’Unrwa ha reso noto che il numero di sfollati ha superato il milione e mezzo di persone, praticamente la metà degli abitanti della Striscia. L’offensiva israeliana, intanto, non accenna a fermarsi. Mustafa Barghouti, esponente di spicco e leader del partito Iniziativa Nazionale Palestinese, ha raccontato di un attacco dell’Idf all’ospedale indonesiano a Gaza che ha causato 12 vittime.
L’incursione israeliana sembra non risparmiare nemmeno gli ospedali. In particolare è stato colpito l’ospedale indonesiano nel nord di Gaza, con un attacco che ha provocato la morte di dodici persone, tra pazienti e persone che vi cercavano rifugio, mentre le forze armate israeliane pare impedirebbero l’evacuazione della struttura. “Temo che possa succedere qui quello che è accaduto ad al Shifa”, ha dichiarato Ashraf al-Qidreh, portavoce del ministero della Sanità di Hamasm.
Nonostante le trattative per portare ad una tregua, la tensione resta alta. Al-Ghad, emittente televisiva egiziana, ha annunciato un imminente cessate il fuoco, frutto di un accordo che prevederebbe lo scambio di 50 prigionieri da entrambi i fronti. Tale notizia, tuttavia, è stata poi smentita da Times of Israel e Haaretz, aggiungendo che non ci sarebbero accordi in vista né per il cessate il fuoco né per lo scambio di prigionieri.
Lo scenario a Gaza continua a deteriorarsi, colpendo in particolare i più deboli. Oltre 80 persone sono state uccise durante due attacchi nella zona di Jabalia, tra le vittime anche coloro che avevano trovato rifugio in una scuola delle Nazioni Unite.
All’estero, il ministro degli Esteri iraniano, Hossein Amirabdollahian, ha dichiarato che la resistenza deciderà l’esito della guerra, aggiungendo che è fondamentale prevenire ulteriori atroci sfollamenti forzati dei palestinesi. Amirabdollahian ha sollecitato la Russia a giocare un ruolo più proattivo nel garantire la pace e la sicurezza nella regione, puntando il dito contro gli Stati Uniti per il loro sostegno alla guerra “sionista-americana” a Gaza.
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