di Ennio Bassi
Il fondo di investimenti americano Kkr, uno dei più ricchi e potenti tra quelli che operano a livello internazionale, ha presentato a Tim una manifestazione d’interesse «non vincolante e indicativa» per un’offerta pubblica di acquisto sul 100% delle azioni «volta al delisting». L’offerta è stata definita da KKR «amichevole». A quanto si apprende, il prezzo indicato da pagare interamente per cassa «sarebbe pari a 0,505 euro». Kkr, prima di lanciare l’opa, ha necessità di «svolgere una due diligence confirmatoria di durata stimata in quattro settimane». La manifestazione di interesse è vincolata a questo e anche «al gradimento da parte dei soggetti istituzionali rilevanti», un riferimento chiaro al Governo, azionista attraverso Cdp, che, come è noto, ha sulla società la possibilità di esercitare il Golden Power, un potere che l’esecutivo si è riservato per tutelare gli asset strategici del paese.
Alla fine del CDA non sono filtrate molte indiscrezioni, tuttavia continuano le voci circa un possibile cambio di vertice in TIM che potrebbe cominciare con un “commissariamento”.
Queste voci, in qualche modo già anticipate da Reuters la scorsa settimana, sono continuate in queste frenetiche ore. La possibilità, avanzata anche dal Corriere della Sera, è che l’azienda passi sotto il controllo di una sorta di supercomitato. Palazzo Chigi, scrive il Corsera, sarebbe pronto a varare un team di superesperti chiamato a gestire questa difficile fase della più grande impresa di telecomunicazioni italiana. Tra i nomi che circolano, ci sarebbero quelli del ministro dell’Economia Daniele Franco, del ministro dello Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, il ministro dell’Innovazione Digitale, Vittorio Colao, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Francesco Gabrielli, e gli economisti e consulenti del governo Francesco Giavazzi, Roberto Garofoli e Giuseppe Chiné.
Sul tavolo degli azionisti (nella foto l’Ad di Cdp Dario Scannapieco) comunque non sembra esserci solo Kkr. Anche i fondi Advent e Cvc si dicono “aperti al dialogo con tutti gli stakeholders per identificare in modo trasparente una soluzione di sistema per il rafforzamento industriale di Tim”. Poi c’è da capire come si comporterà Vivendi, la multinazionale francese che fa capo a Vicent Bolloré, che è azionista stabile e importante di TIM e che da tempo si lamenta dell’andamento non brillante dell’azienda. Proprio Reuters la scorsa settimana aveva denunciato l’insofferenza di Vivendi verso l’attuale gestione dell’azienda.
Kkr è un’azienda fondata nel 1976 da Kohlberg Kravis Roberts & Co, dal 2010, è quotata alla Borsa di New York e opera a livello globale in ambito assicurativo, patrimoniale alternativo e dei mercati di capitali gestendo capitali per 400 miliardi di dollari. E’ un fondo non tipicamente speculativo ma orientato di più verso una gestione che generari ritorni degli investimenti nel medio lungo periodo.
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